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La potestà regolamentare dei Comuni, riconosciuta dal titolo V della Costituzione, è di antichissima origine e oggi viene rivalutata dal D.L. 14/2017 che ritaglia nuovi ambiti per la sua esplicazione. In ogni caso, il D.lgs. 267/2000 (T.U.EE.LL.) evidenzia come tutto ciò che realizzi la cura della comunità locale come espressione della natura atipica della competenza del Comune, può essere oggetto di regolamentazione. L'esigenza di regolamentazione, nel contesto storico attuale, assolve essenzialmente alla necessità di garantire l'imparzialità dell'azione degli uffici comunali che, proprio in ricorrenza dell'obbligo di pubblicazione sui siti web comunali dell'intero parco regolamentare, vengono assoggettati ad un controllo "dal basso" della correttezza del proprio operato. Da sempre, accanto alla potestà regolamentare comunale, convive il potere di ordinanza; un potere che ha subito notevoli modifiche nel corso degli anni e che si assesta su una pluripartizione sostanziale, dopo che il D.L. 14/2017 ha riformulato gli articoli 50 e 57 del T.U.EE.LL. Oggi, quindi, convivono, in una sorta di insolito regi- me competitivo tra diversi organi e soggetti operanti in Comune, regolamenti (di competenza ordinaria del Consiglio Comunale e in via specifica ed eccezionale, della Giunta Comunale) e ordinanze (del Sindaco quale capo della comunità locale o quale Ufficiale di Governo e dei dirigenti); strumenti di estensione e finalità diverse, comunque orientate a rendere funzionale l'azione politica ed amministrativa locale alla migliore soddisfazione delle esigenze poste dalla comunità di riferimento.